AUROBINDO YOGA SADHANA
Dicembre 2025
AUROBINDO YOGA SADHANA
Dicembre 2025
5 Dicembre 2025
Oggi ricorrono i 75 anni dal Mahasamadhi (abbandono volontario del corpo) di Sri Aurobindo.
"Sin dall'inizio della storia della Terra, Sri Aurobindo ha presieduto costantemente alle grandi trasformazioni terrestri, in una forma o in un'altra, sotto un certo nome o un altro"
"Egli è venuto a invitare la Terra a prepararsi al suo luminoso futuro"
La Madre
Proponiamo nuovamente per l'occasione l'omaggio "Oṁ Namo Bhagavate Śrī Aravindāya" e inoltre un brano tratto da "The Life Divine" e una meditazione sul poema "Savitri", con dei brevi passaggi letti dalla Madre stessa.
La nostra natura, la nostra coscienza è quella di esseri che sono ignoranti l’uno dell’altro, separati l’uno dall’altro, radicati in un ego diviso, che devono sforzarsi di stabilire una qualche sorta di relazione tra le loro ignoranze incarnate; perché comunque nella Natura ci sono sia l’impulso verso l’unione che delle forze che si adoperano per realizzarla.
Si creano armonie individuali e di gruppo di una certa, relativa, completezza, si realizza una coesione sociale; ma, in gran parte, le relazioni che si stabiliscono vengono costantemente guastate da un’imperfetta empatia, da un’imperfetta comprensione, da grossi fraintendimenti, da conflitti, discordie, insoddisfazioni.
Non può che essere così, fintantoché non esiste una vera unione della coscienza, che si fondi su una natura di conoscenza di sé, di mutua conoscenza interiore, di realizzazione interiore dell’unità, di concordia fra le forze interiori dell’essere e fra le forze interiori di vita di tutti noi.
Nello strutturare la nostra società ci sforziamo di stabilire un qualche tipo di approssimazione all’unità, alla mutualità, all’armonia, perché senza di esse non ci può essere un vivere sociale soddisfacente; ma ciò che riusciamo a realizzare è un’unità costruita, un’associazione di interessi e di ego fatta valere attraverso leggi e consuetudini e imponendo un ordine costruito artificialmente, in cui gli interessi di alcuni prevalgono sugli interessi di altri; soltanto un compromesso, per metà accettato e per metà imposto, per metà naturale e per metà artificiale, tiene in piedi l’insieme sociale. Tra comunità e comunità c’è un accordo ancor peggiore, con un costante ripresentarsi della lotta fra un ego collettivo e un altro ego collettivo.
Questo è il massimo che riusciamo a fare e tutti i nostri persistenti riassetti dell’ordine sociale non possono portarci a nulla di meglio che a un’imperfetta organizzazione della vita.
È solo se la nostra natura si supera evolvendosi, se diventa una natura di conoscenza di sé, di mutua comprensione, di unità, una natura di vero essere e di vera vita, che il risultato può essere la perfezione di noi stessi e della nostra esistenza, una vita di vero essere, una vita di unità, mutualità, armonia, una vita di felicità vera, una vita armoniosa e bella.
Se la nostra natura è immutabile rispetto a ciò che è ora, a ciò che è già diventata, allora nessuna perfezione, nessuna felicità reale e duratura è possibile nella vita terrena; non dobbiamo cercarla affatto e piuttosto dobbiamo fare il meglio che possiamo con le nostre imperfezioni, oppure dobbiamo cercarla altrove, in un aldilà ultraterreno, oppure dobbiamo spingerci ancora oltre e trascendere la vita stessa estinguendo la nostra natura e il nostro ego in un qualche Assoluto da cui questo nostro strano e insoddisfacente essere è venuto in esistenza.
Ma se in noi c’è un essere spirituale che sta emergendo e la nostra attuale condizione è imperfetta soltanto per il fatto che è emerso a metà, se l’Incosciente [la stato della Materia], che è stato il punto di partenza, contiene in sé il potere di una super-coscienza, di una super-natura che deve ancora evolversi, se esso è un velo di apparente Nescienza in cui quella coscienza più grande è nascosta e da cui deve svilupparsi, se un’evoluzione dell’essere è la norma, allora quello che andiamo cercando non solo è possibile ma è parte di ciò che infine dovrà per forza di cose accadere.
È il nostro destino spirituale allora quello di manifestare e di diventare quella super-natura – perché è la natura del nostro vero sé, l’occulta, perché ancora non evoluta, totalità del nostro essere. Una natura di unità apporterà poi immancabilmente il suo risultato di una vita fatta di unità, di mutualità, di armonia.
Una vita interiore risvegliata alla piena coscienza e al pieno potere della coscienza darà immancabilmente il suo frutto a tutti coloro che la hanno: la conoscenza di sé, un’esistenza resa perfetta, la gioia di un essere che è appagato, la felicità di una natura che si è realizzata.
Sri Aurobindo - The Life Divine