AUROBINDO YOGA SADHANA
Novembre 2025
AUROBINDO YOGA SADHANA
Novembre 2025
16 Novembre 2025
Quello che gli uomini chiamano il sapere è accettare e ragionare su delle apparenze ingannevoli. La saggezza guarda oltre al velo e vede.
La ragione divide, determina i dettagli e li mette in contrasto; la saggezza unifica, coniuga i contrasti in una singola armonia.
Sri Aurobindo - Aforismi (pubblicazione postuma)
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Di regola, salvo rarissime eccezioni, gli uomini si accontentano di osservare più o meno accuratamente tutto ciò che accade intorno a loro, talvolta anche dentro a sé stessi, e di classificare tutte queste osservazioni secondo un qualche sistema di ragionamento superficiale. E chiamano questo ordinamento, questi sistemi, il “Sapere”.
Non gli è mai venuto in mente, non hanno nemmeno incominciato a percepire che tutte le cose che vedono, toccano, sentono, esperiscono, sono false apparenze e non la realtà stessa.
L’argomentazione generale, costante, è questa: “Ma io lo vedo, lo tocco, lo sento – perciò è vero”. Dovrebbero dirsi, al contrario: “Io lo vedo, lo tocco, lo sento – perciò è falso”. Ci troviamo ai poli opposti e non c’è modo di arrivare a un accordo.
Per Sri Aurobindo, la vera conoscenza è per l’appunto la conoscenza per identità, e la saggezza è lo stato che si raggiunge quando ci si situa in questa vera conoscenza. Qui lo afferma: la saggezza guarda oltre al velo delle false apparenze e vede la realtà che sta dietro.
E Sri Aurobindo enfatizza che quando si definisce qualcosa con la conoscenza esterna, superficiale, è sempre in contrapposizione a qualcos’altro; è sempre mediante un contrasto che ci si spiega ciò che si vede, si sente, si tocca – e non si comprende.
La ragione mette sempre una cosa in contrasto a un’altra e ti spinge a fare una scelta. Chi è dotato di un pensiero e di una ragione lucidi coglie tutte le differenze che ci sono fra le cose. È alquanto degno di nota che la ragione può operare soltanto attraverso le differenze; è perché si percepisce la differenza fra questo e quello, fra un’azione e un’altra, fra un oggetto e un altro, che si prendono decisioni e che la ragione può operare.
Ma per l’appunto la vera Conoscenza, la Conoscenza per identità, e la saggezza che ne deriva, è quella che percepisce sempre il punto in cui tutte le cose che apparentemente si contraddicono si armonizzano, si completano, formano un tutt’uno perfettamente coerente e coordinato. E naturalmente questo cambia totalmente la prospettiva, la percezione e le conseguenze nell’azione.
Il primo passo, assolutamente indispensabile, è non ripetere, più o meno meccanicamente e senza affatto comprendere che cosa si stia dicendo, che “le apparenze sono false”.
Lo dite perché Sri Aurobindo lo ha affermato – ma senza comprendere realmente. E, tuttavia, quando volete capire qualcosa, continuate a guardare, a osservare, a toccare, a gustare e a sentire, perché non credete che ci siano altri mezzi di osservazione.
È solo quando si è avuta l’esperienza dell’“inversione” della coscienza, quando si sono superate queste cose, quando potete sentire, esperire, nel modo più concreto, la loro apparenza illusoria, che siete in grado di capire.
Ma, a meno che non abbiate avuto l’esperienza, vi potete leggere tutti gli aforismi, ripeterli e impararli a memoria, credere in essi e tuttavia non essere ancora in grado di percepire: per voi essi non hanno alcuna validità effettiva. Tutte queste apparenze restano l’unico modo che avete per entrare in contatto col mondo esterno e per diventare consapevoli di esso.
Talvolta si può spendere una vita intera a imparare come stiano le cose in apparenza e venir considerati pure molto colti e intelligenti, altamente preparati, quando si è osservato tutto nei dettagli e ci si ricorda di tutto ciò che si è osservato e imparato…
Si può, al limite, quando ci si dà tanto da fare, sortire un qualche minimo effetto su queste apparenze, cambiarle un poco – è così che attraverso la Scienza si impara a manipolare la materia – ma non c’è un vero cambiamento e il vero potere non consiste in ciò.
E quando ci si trova in questo stato si è assolutamente convinti di non poter far nulla, nemmeno per cambiare il proprio carattere.
Ci si sente intrappolati in una sorta di fatalità opprimente di cui non si conosce l’origine o il modo di operare; si è nati così, in un tal luogo, in un tal ambiente, con un certo carattere, e si va avanti nella vita come si può, adattandosi alle situazioni senza avere molta influenza su di esse e cercando di mitigare i difetti del proprio carattere senza avere il potere di trasformarlo.
Ci si sente presi in trappola, si è gli schiavi di un qualcosa di cui non si è consapevoli. Si è vittime delle circostanze, di forze sconosciute, di una volontà a cui non ci si sottomette, ma che ci costringe.
Anche i più ribelli sono schiavi, perché l’unica cosa che ci rende liberi è esattamente l’atto di andare oltre al velo e di scoprire ciò che sta dietro. Dopo aver visto, ci identifichiamo e una volta stabilita la nostra vera identità, si ha la chiave per la trasformazione.
Noi leggiamo, tentiamo di capire, spieghiamo, cerchiamo di conoscere. Ma un solo minuto di vera esperienza ci insegna più che milioni di parole e di centinaia di spiegazioni.
Allora la prima domanda è: “Come avere l’esperienza?”
Interiorizzarsi, questo è il primo passo. E poi, una volta che si è riusciti ad andare abbastanza in profondità dentro di sé da sentire la realtà di quello che c’è interiormente, ampliarsi progressivamente, in modo sistematico, diventare vasti come l’universo e perdere il senso di limitazione.
Questi sono i primi due movimenti preparatori. E queste due cose vanno fatte nella massima calma, pace e tranquillità possibili. Questa pace, questa tranquillità porta il silenzio della mente e l’immobilità del vitale.
Questo sforzo, questo tentativo va rinnovato molto regolarmente, persistentemente.
E dopo un certo periodo di tempo, che può essere più o meno lungo, si inizia a percepire una realtà che è differente dalla realtà che si percepisce nella coscienza ordinaria, esterna.
Naturalmente, per opera della Grazia, il velo può venir lacerato improvvisamente da dentro, e allora si può accedere alla vera verità all’istante; ma anche quando ciò accada, per cogliere appieno il valore e l’effetto dell’esperienza, si deve mantenere in sé uno stato di ricettività interiore, e per far ciò, è indispensabile interiorizzarsi ogni giorno.
La Madre - Sui pensieri e aforismi di Sri Aurobindo