AUROBINDO YOGA SADHANA
Giugno 2025
AUROBINDO YOGA SADHANA
Giugno 2025
21 Giugno 2025
Le cose superficiali della vita sono facili da comprendere; le loro leggi, le loro tendenze caratteristiche, i loro utilizzi pratici sono alla nostra portata e possiamo coglierli e trarne vantaggio abbastanza facilmente e velocemente. Ma non ci portano tanto distante. Bastano per una vita intensa ma superficiale alla giornata, non risolvono i grandi problemi dell’esistenza.
D’altro canto, la conoscenza delle profondità della vita, i suoi potenti segreti, le sue grandi leggi nascoste che determinano ogni cosa, ci risulta estremamente difficile. Non abbiamo ancora trovato lo scandaglio che possa sondare queste profondità; ci sembrano un moto vago, indeterminato, un’oscurità profonda da cui la mente si ritrae volentieri per giocare con la nebbiolina e la spuma e i facili bagliori della superficie.
Eppure sono queste profondità e queste forze ignote che dovremmo conoscere, se volessimo comprendere l’esistenza; in superficie afferriamo soltanto le leggi secondarie e le norme pratiche della Natura, che ci aiutano a sormontare le difficoltà del momento e a gestire in modo empirico le Sue continue transizioni, senza però riuscire a comprenderle.
Per l’umanità non c’è nulla di più oscuro o di meno intellegibile, a riguardo della sua stessa vita comunitaria e collettiva, di quale potere la muova o di quale senso abbia la direzione verso cui si muove.
La Sociologia non ci aiuta, perché essa ci dà solo una storia generale del passato e le condizioni esterne nelle quali le comunità sono potute sopravvivere. La Storia non ci insegna nulla; è un torrente confuso di eventi e di personalità o un caleidoscopio di istituzioni mutevoli. Non cogliamo il vero senso di tutto questo cambiamento e di questo continuo fluire della vita umana lungo i corsi del Tempo.
Ciò che afferriamo sono alcuni fenomeni correnti o ricorrenti, alcune facili generalizzazioni, alcune idee parziali. Parliamo di democrazia, aristocrazia e autocrazia, di collettivismo e individualismo, di imperialismo e nazionalismo, di Stato e comunità, di capitalismo e classe operaia; avanziamo delle generalizzazioni affrettate e creiamo dei sistemi universali che vengono annunciati enfaticamente oggi solo per venir inevitabilmente abbandonati domani; sposiamo delle cause e delle ardenti passioni il cui trionfo si tramuta presto in disillusione e le abbandoniamo allora per altre, forse proprio quelle che ci siamo presi tanta briga di distruggere.
Per tutto un secolo l’umanità smania e si batte per la libertà e la guadagna con un duro dispendio di fatica, di lacrime e di sangue; il secolo che la gode, senza aver combattuto per essa, distoglie lo sguardo, come da un’illusione puerile, da questa conquista ormai deprezzata ed è pronto a rinunciarvi in cambio di un qualche nuovo bene.
E tutto questo accade perché il nostro pensiero e la nostra azione, per quanto concerne la nostra vita collettiva, sono del tutto superficiali ed empirici; esso non cerca, essa non si basa su di una salda, profonda e completa conoscenza. La morale non è la vanità della vita umana, dei sui ardori e dei suoi entusiasmi e degli ideali che persegue, ma la necessità di una ricerca più saggia, più ampia, più paziente della sua vera legge e del suo vero scopo.
Oggi l’ideale dell’unità umana si sta portando, più o meno distintamente, al cospetto della nostra coscienza. L’emergere di un ideale nel pensiero umano è sempre il segno di un’intenzione nella Natura, ma non sempre l’intenzione di portare a termine; talvolta indica solo un tentativo che è predestinato a un temporaneo fallimento.
Perché la Natura è lenta e paziente nei suoi metodi. Prende per mano delle idee e le attua a metà, poi le tralascia per riprenderle in una qualche epoca futura in una combinazione migliore. Mette alla prova l’umanità, il suo strumento pensante, e testa in quale misura essa sia pronta per l’armonia che Ella ha immaginato; consente all’uomo di tentare e di fallire, e lo incita allo scopo, così che possa imparare e riuscire meglio in un secondo momento.
Tuttavia, una volta che un ideale sia arrivato a porsi all’attenzione del pensiero, certamente lo si tenterà di realizzare, e questo ideale dell’unità umana presumibilmente figurerà in larga misura fra le forze determinanti del futuro; perché le circostanze intellettuali e materiali di quest’epoca lo hanno reso possibile e quasi imposto, specialmente le scoperte scientifiche che hanno fatto diventare la nostra terra così piccola che i suoi imperi più vasti sembrano ormai nulla più che delle provincie di un unico paese.
Ma l’idoneità stessa delle circostanze materiali potrebbe essere causa del fallimento dell’ideale; perché quando le circostanze materiali favoriscono un grande cambiamento, ma il cuore e la mente del genere umano non sono realmente pronti – specialmente il cuore – si può predire un insuccesso, a meno che gli uomini non diventino saggi per tempo e accettino il cambiamento interiore assieme al nuovo assestamento esterno.
Ma oggigiorno l’intelletto umano è stato reso così meccanico dalle Scienze fisiche che verosimilmente tenterà la rivoluzione che inizia a intravedere principalmente o solamente attraverso dei mezzi meccanici, cioè attraverso degli aggiustamenti sociali e politici. Ora, non è attraverso degli schemi sociali e politici, o ad ogni modo non principalmente o solamente attraverso di essi, che l’unità del genere umano potrà essere realizzata in modo stabile o fecondo.
[...] Se si presentasse l’unificazione sociale, amministrativa e politica dell’umanità che alcuni hanno incominciato a vagheggiare oggigiorno […] sarebbe necessaria un'organizzazione così formidabile che la vita individuale e locale ne verrebbe schiacciata, impedita, privata della libertà che le è necessaria, come una pianta senza pioggia e vento e luce del sole, e questo significherebbe per l’umanità, forse dopo una prima esplosione di attività soddisfatta e gioiosa, un lungo periodo di mero conservatorismo, di crescente stagnazione e infine di decadimento.
Eppure l’unità dell’umanità è evidentemente parte del progetto finale della Natura e dovrà realizzarsi. Solo dovrà essere sotto altre condizioni e con delle tutele che mantengano il genere umano intatto alla radice della sua vitalità e riccamente vario nella propria unità.
Sri Aurobindo - L'Ideale dell'Unità Umana (1915-18)